Il profilo della Serra d’Ivrea, la più estesa morena glaciale in Europa, appare da lontano come un basso altopiano, dal profilo perfettamente orizzontale. Esplorandolo in bicicletta scopriremo che i saliscendi non mancano e che gli ambienti naturali e il paesaggio rurale sono ben più vari di quanto ci si potrebbe aspettare, a un primo sguardo distratto. Boschi di betulle, prati da fieno e soprattutto tanti vigneti sorretti da muri a secco scorrono veloci lungo strade senza traffico. Incrociamo anche la Via Francigena, e numerose cappelle campestri e chiese che scandiscono il percorso della principale direttrice di pellegrinaggio verso Roma. In particolare, meta principale della giornata è la chiesa di Santo Stefano di Sessano, e i suoi affreschi romanici, che ci svela la app Chiese a Porte Aperte.

IL PERCORSO

Ivrea è il punto di partenza del nostro itinerario, città meritevole di una visita non frettolosa. Se arriviamo dalla stazione ferroviaria, evitiamo il traffico cittadino con la pista ciclabile giusto alle spalle dei binari e attraversiamo la Dora lungo la bella passerella ciclopedonale.

Erede della romana Eporedia, Ivrea fu luogo di sosta dei pellegrini sulla Via Francigena e conserva importanti memorie sia romane sia medievali. Chi è ben allenano non faticherà troppo a salire fino al Duomo e al castello, costruito dai Savoia nel XIV secolo. Chi preferisce riservare energie alla salita verso la Serra non deve far altro che seguire le indicazioni per il lago Sirio, affrontando con agili rapporti la bella strada che porta in collina, alla periferia più elegante della città, tra ville e giardini.

Il lago Sirio è uno dei molti piccoli specchi d’acqua di origine glaciale, che è quanto resta del ghiacciaio Balteo, lo stesso che ha plasmato, nel corso delle molte fasi fredde del nostro pianeta, la Serra d’Ivrea. Un alto campanile e il netto profilo della Serra ormai vicina annunciano Chiaverano, ed è a monte dell’abitato che dobbiamo cercare la chiesa di Santo Stefano.

  • Anticamente la chiesa di Santo Stefano era al centro di una delle borgate del paese, Sessano, in seguito abbandonata con la fondazione della villanova di Chiaverano. Costruita intorno all’anno Mille, conserva all’interno un ciclo di affreschi databili all’XI e XII secolo, uno dei più antichi e importanti documenti di pittura romanica nel Canavese.

Sostiamo ancora un momento sul poggio panoramico su cui sorge la chiesa, tra vigne a pergola sorrette dai caratteristici pilastrini di pietra, le “culigne”, in un ambiente decisamente mediterraneo. E poi di nuovo in sella, ancora in salita, ma per poco: dalle cascine di Casale Serra si sta a mezzacosta, con continui gradevoli saliscendi su strade minime, fiancheggiando alti muri a secco, cascina sparse e con belle vedute sull'anfiteatro morenico. Mettiamo in conto tempi piuttosto lenti: il fondo è spesso asfaltato, ma anche sterrato e acciottolato: decisamente impegnativo in bici!

Rallentiamo anche per non passare oltre un’altra chiesa romanica, senza dare un’occhiata alla sua originale collocazione. La chiesa di Santa Maria Maddalena, documentata dall’XI secolo, sorge su un rilievo roccioso emergente dal terreno. Conserva l’abside tonda con copertura di “lose” in pietra e un massiccio campanile in facciata.

Ultima tappa, prima di chiudere l’anello, il “Ciucarun”, come è noto in zona, è il solitario campanile della scomparsa chiesa romanica di San Martino, costruita nell’XI secolo e demolita nel XVIII. Anche di Pærno, il villaggio di cui era parrocchiale, non c’è più traccia: fu abbandonato già nel XII secolo.

Ancora qualche saliscendi e affrontiamo la lunga e tortuosa calata verso la pianura e Ivrea, non senza una sosta alla chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo, poco prima del nucleo medievale di Bollengo.

Partenza e arrivo

corso Costantino Nigra
Stazione FS
10015 Ivrea (TO)
Torino

Comuni attraversati

Bollengo, Burolo, Cascinette d'Ivrea, Chiaverano, Ivrea